Enit rilancia il Turismo delle radici


Farnesina-PNRR Turismo Radici. Jelinic: “ENIT con sistema Italia offerta integrata e omogenea dedicata alle radici”.


Un turismo che guarda al futuro, senza togliere lo sguardo dal passato. La tradizione, le emozioni, le radici. Questi i nuovi ideali per un turismo che valorizzi il proprio patrimonio identitario, così come quello familiare, della memoria. Ripartire dal passato, conoscerlo, studiarlo, farlo proprio, per crescere e far crescere un’idea di turismo meno egoista e frenetico, ma più lento e sostenibile, emozionale. In questo panorama, ENIT si propone di promuovere il turismo delle radici come occasione di sviluppo del sistema turistico italiano. L’intento è quello di far conoscere alle nuove generazioni i valori del passato, del proprio patrimonio culturale e territoriale, per andare a fondo e riappropriarsi delle proprie radici, che devono essere ragione d’orgoglio. Questo è interessante anche in una dimensione estera, dove i figli degli italiani residenti all’estero devono poter sentire l’Italia come casa loro ed essere anche “un bacino di potenziali viaggiatori fondamentali per lo sviluppo dell’Incoming”, come afferma Ivana Jelinic, Ceo di Enit, “Nel mondo ci sono tante parti dei nostri ricordi, delle nostre memorie, delle nostre famiglie che occorre recuperare”. 

Radici: punto di partenza per i viaggi del futuro

Nella cornice di questo nuovo modo di vedere il turismo, volto a riprendere e riscoprire i valori del passato, è interessante concentrarsi sull’emotività. I luoghi hanno in questo senso una forte connotazione emotiva, sono ricordi, momenti e tanto altro: radici. In questo modo i viaggiatori italiani e gli italo-discendenti sono legati a doppio filo con l’Italia e i suoi territori. Sempre più vivo è l’appeal anche per i turisti stranieri che hanno origini italiane anche alla lontana, fenomeno che sta spopolando tra i giovani, che hanno un vero e proprio identikit. 

Si tratta infatti di viaggiatori che creano forti legami di carattere emotivo con le località che visitano, e si concentrano sui ricordi ad esse legati, insieme alle vicissitudini familiari e ai racconti che ne scaturiscono. Un’Italia che si racconta attraverso ricordi, famiglie e tradizioni e che sviluppa la propria eco in tutto il mondo. Chi abbraccia un turismo delle radici solitamente programma una visita nel Belpaese a lunga permanenza, in media sette giorni. Questo ha avuto conseguenze interessanti sull’indotto della filiera turistica, pare infatti che solo nel 2021 questo movimento turistico abbia creato un giro d’affari di oltre 4,2 miliardi di euro

 

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Turisti delle radici

Quanto alle caratteristiche del viaggiatore delle radici, risulterebbe che il 30% di questo modello di turismo equivalga a 3 milioni di viaggiatori, comprendendo un target giovane che va dall’età di 25 ai 34 anni, ovvero un 25,7%, ma anche un target di ultra cinquantacinquenni, il 24% del totale. Proprio in questo quadro si iscrive il progetto di Enit di rilanciare il turismo delle radici, preparando, di concerto con le regioni e il sistema Italia, un’offerta turistica specializzata ed omogenea. Questo quanto emerso durante la Presentazione del Progetto PNRR Turismo delle radici presso la Farnesina. 

Le radici si fanno quindi punto di partenza per i viaggi di domani e si fanno strada in maniera sempre più profonda nelle vacanze dei viaggiatori e nelle vite dei local, creando legami tra persone e con i luoghi, esaltando la territorialità e promuovendo l’emozione come mezzo per condurre viaggi dal forte impatto sentimentale. Nuova esigenza per i viaggiatori delle nuove generazioni, ma anche per quelli più navigati. 

Fonte: ENIT
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