Toscana: 4 posti unici da visitare vicino Firenze


Tra musei, ville e monumenti: alla scoperta di lavori tradizionali, un’antica fornace e un parco delle meraviglie, vicino Firenze. 


L‘arte e la cultura di Firenze non si esauriscono nei confini della città: anzi, quella bellezza così famosa in tutto il mondo è solo il punto di partenza. Sapevate che tutto intorno al capoluogo della Toscana si stendono 17 comuni che, pulsanti di vita, ne arricchiscono il patrimonio artistico e culturale? 

Musei, ville, monumenti ancora inesplorati e quindi ancora più affascinanti. Pochi chilometri separano i luoghi che vi presentiamo dal capoluogo toscano, ma percorrerli significa fare un viaggio verso altri paesaggi, altri tempi, altri territori.

Potrete immergervi in lavorazioni tradizionali, oppure immaginare il grandioso sogno di amore e bellezza di un parco che già ai contemporanei appariva “delle meraviglie”. Infine vi troverete a conoscere un pittore moderno in una villa rinascimentale e ad abbandonare la luce che disegna le colline per avventurarvi in una fornace, un antro scuro dove si realizzavano meraviglie grazie alla forza del fuoco. E al lavoro dell’uomo.

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Il Museo della paglia di Signa

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Avete presente il cappello di paglia di Firenze? La produzione artigianale e poi proto-industriale di questi accessori di moda, così comuni un tempo e così conosciuti avveniva a Signa. La città di Signa si trova a 14 chilometri da Firenze ed è facilmente raggiungibile con il treno.

In passato la paglia (derivata dal grano marzuolo) era lavorata prevalentemente dalle donne che realizzavano i cappelli e altri accessori. Un’attività tradizionale che per gli andamenti attuali non è sopravvissuta ai mercati globali. Tuttavia c’è un luogo dove le atmosfere fin du siècle legate alla paglia come accessorio si respirano ancora e la bellezza di questa tradizione si trasforma in arte: è il Museo Civico della Paglia a Signa.

Il Museo si è spostato insieme ai suoi 5.000 pezzi dalla vecchia sede a uno spazio più adeguato strutturato su 3 livelli. La visita al museo non è solo un viaggio nel tempo alla scoperta di antichi “saper fare” ma anche un’immersione in stile bellezza. E nella conoscenza, grazie alle mostre a tema che si svolgono al piano seminterrato del Museo.

Il Parco Mediceo di Pratolino

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Modello in tutta Europa per i giardini delle case regnanti, il Parco Mediceo di Pratolino, a nord di Firenze fu imitato nei giardini di Heilbrunn presso Salisburgo, dell’Hortus Palatinus di Heidelberg e di Saint Germain en Laye presso Parigi. Il parco veniva decantato dai visitatori stranieri per i suoi congegni, le statue, le fontane e i suoi giochi d’acqua che furono voluti espressamente da Francesco I dei Medici e realizzati da Bernardo Buontalenti, Tommaso Francini, Bonaventura da Orvieto e Goceramo da Parma. Fra tutte le statue la più stupefacente era ed è la gigantesca figura dell’Appennino che domina lo specchio d’acqua del laghetto di ninfee, opera del Giambologna.

Di molte delle meraviglie cinquecentesche non è rimasta traccia se non nelle parole dei visitatori di un tempo, tuttavia il Parco Mediceo di Pratolino è ancora un luogo pieno di fascino, che unisce la sontuosità della natura alle raffinate opere d’arte. Nei 20 ettari si trovano abeti bianchi, ginkgo biloba, tigli, querce, platani, diosperi, lagerstroemia e altre piante secolari.

E la villa? Francesco I incaricò Bernardo Buontalenti di progettare e costruire la villa che si trovava al centro del Parco, in asse con il Gigante del Giambologna a nord e il viale degli zampilli a sud. La struttura della villa era straordinaria: un imponente edificio di tre piani, poggianti su un alto basamento che, nonostante non fosse dotato di cortile interno, garantiva a tutti i vani l’accesso alla luce naturale, che illuminava ogni stanza, aprendola alla natura circostante.

Luogo prediletto di Francesco I e di sua moglie Bianca Cappello, morti nell’ottobre del 1587 per febbri malariche, Pratolino ebbe ancora momenti di splendore con Ferdinando dei Medici a cui seguirono anni difficili, l’acquisizione da parte della famiglia russa dei Demidoff, diventando proprietà pubblica negli anni ’80 del secolo scorso.
Il Parco, che si trova a 15 minuti da piazza della Libertà, a Firenze, è visitabile nel periodo primaverile/estivo ed è un sito dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

La Fornace Agresti

Dici Impruneta e pensi alla terracotta che non solo è presente ovunque in questa cittadina a sud di Firenze, ma è un leitmotiv in tutto il paesaggio non solo fiorentino ma toscano. Il cotto dell’Impruneta lo trovi nei palazzi storici come pavimento, la terracotta è ovunque, dai vasi degli agrumi nei giardini agli elementi decorativi, dagli orci per l’olio agli stemmi nobiliari.

L’argilla che una volta cotta diventa rossa nel territorio di Impruneta è particolarmente adatta alla lavorazione e molte fornaci sono ancora attive e producono pezzi ricercati e amati. Ma la Fornace Agresti, dove vi portiamo, non è più in attività.

Il suo interesse deriva da più fattori: da una parte il complesso edilizio che la compone, risalente al Settecento; dall’altra la memoria che porta per aver conservato attrezzi, stampi, modelli, forme che sono stati utilizzati nel tempo. Sono circa 600 i pezzi fra calchi in gesso e in terracotta, strumenti da lavoro e macchinari realizzati tra la fine dell’Ottocento ed il primo decennio del Novecento.

Luogo di lavoro della famiglia Agresti, artigiani famosi a Impruneta, è stato acquisito dal Comune che ne ha fatto un centro di documentazione sulla lavorazione per la quale sono diventati famosi in tutto il mondo, un centro dove si testimonia il fatto che il confine fra arte e artigianato è molto sottile.

Il Museo Mario Romoli nella Villa di Poggio Reale

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Entrando a Rufina è impossibile non vedere Villa di Poggio Reale. Si staglia alla fine di un viale di cipressi, su una collinetta, quasi a dominare il panorama. In effetti Rufina, città a 32 chilometri da Firenze, sembra quasi avere lì il suo baricentro, soprattutto perché la Villa è da sempre legata alla produzione più importante di questo territorio, quella viti-vinicola.

Ma la bella villa dalle forme rinascimentali non è solo la sede di un Museo della vite e del vino, che certamente vi consigliamo di visitare, è anche il luogo dove ha trovato spazio il Museo Mario Romoli.

Questo artista fiorentino è stato un importante protagonista della pittura del Novecento, e le sue opere di pittura, scultura, oltre a un’abbondante documentazione soprattutto relativa ai suoi contatti internazionali sono esposte nelle sale del Museo. Una piacevole scoperta nella cittadina di Rufina, raggiungibile con il treno.

Fonte: Sito Ufficiale del turismo Toscana

 

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