Il Carnevale di Putignano e la maschera di Farinella | PUGLIA

maschera di farinella

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                               di Ornella A. Nicotra con la collaborazione di Arianna Remoli


Il Carnevale di Putignano, in Puglia, è il più antico d’Europa. Vieni a scoprire la storia della maschera simbolo di questa festa pugliese


Come accade spesso nei racconti e nelle leggende che affondano le radici in tempi lontani, la storia di Farinella ha tante narrazioni.

È l’unica maschera che deriva il suo nome da un prodotto diventato simbolo della tradizione culinaria di Putignano, la Farinella.

Come si prepara la Farinella

Si narra che nel 1700 i contadini di Putignano preparassero una miscela di orzo e di ceci tostati per farne poi una farina. Perché proprio l’orzo e i ceci? Perché erano quei prodotti più poveri che era facile coltivare negli orti. Veniva cotta in un brodo di erbette, finché non diventava una specie di polenta.

Era molto comoda, perché si poteva portare come pranzo nei campi. Si tagliava a fette e si mangiava accompagnata da erbe spontanee o cipolle selvatiche.

Col passare degli anni, la Farinella divenne talmente popolare, da diventare la maschera del Carnevale di Putignano.

 

Una delle leggende sulla maschera di Farinella

@Carnevale di Putignano

Tra le leggende, ce n’è una che racconta di un contadino ubriacone e nullatenente chiamato Farinella. Un personaggio allegro e scanzonato dagli occhi burloni e sorriso ironico.

Negli anni Cinquanta, il designer Mimmo Castellano, gli tolse gli abiti da contadino e gli cambiò l’outfit: lo vestì con un abito a toppe multicolori, un gonnellino rosso e blu – i colori della città – un cappello a punte, e tre campanelli simbolo dei tre colli su cui sorse Putignano. Così nacque il costume della maschera di Farinella.

 

Una seconda leggenda sula maschera di Farinella

Nel XIV secolo – il 1300 – i saraceni impazzavano sulle coste della Puglia.

C’era un fornaio, di cui nessuno conosceva il nome, che tutti chiamavano Farinella, per via della farina di ceci e orzo che lavorava nel suo forno. Aveva un naso rosso, anche se non beveva.

Era un uomo intelligente e fu proprio grazie alla sua scaltrezza che Putignano non fu assalita dai saraceni.

 

L’ingegno di Farinella

Alla notizia dell’ennesimo ritorno dei saraceni, la popolazione di Putignano entrò in allarme e si riunì in piazza per decidere cosa fare.

La peste era terminata da poco, ma tutti temevano che l’epidemia non fosse finita, compresi i saraceni. Farinella ebbe un’idea: fingere che Putignano fosse ancora infestata dall’epidemia.

Disse ad alcuni contadini di ricoprirsi di Farinella, per simulare di avere le pustole della peste e ad altri di travestirsi da monatti, cioè quelle persone che durante le epidemie trasportavano i malati e i cadaveri nei lazzaretti.

Appena i saraceni arrivarono alle porte della città, una delegazione uscì per avvisarli che il paese era in quarantena. Ma loro non ci credettero e inviarono alcuni uomini per controllare di persona. Superate le mura della città, videro una scena raccapricciante: contadini pieni di pustole e piaghe giravano tra le vie, mentre carretti trainati dai monatti, trasportavano morti e impestati. I saraceni tornarono di corsa e salparono a vele spiegate.

Così Putignano fu salva grazie a Farinella, il fornaio dal naso rosso che divenne l’eroe della città. Il suo nome corse nei secoli tra storie e leggende, fino a diventare il protagonista del Carnevale di Putignano.

Se andate a Putignano assaggiate un piatto con la Farinella, non la troverete in nessun altro posto, pensate che la usano anche per fare il gelato.

 

Per maggiori informazioni consultare il sito Carnevale di Putignano

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