Mantova, weekend nella splendida città dei Gonzaga

‘Mantova è un mondo addormentato in una calda luce’ – Charles Baudelaire

 

Tracce degli etruschi, solchi medievali e profondo radicamento nella cultura rinascimentale. Poesia e arte. Splendore paesaggistico, laghi, ninfee, e poi cultura e storia, una città forgiata dalle famiglie che l’hanno governata. Questo e altro è Mantova, a buon diritto la Capitale italiana delle cultura 2016.

Mappa

La città dei Gonzaga e del poeta Virgilio, a misura d’uomo, brulicante di tesori artistici, culturali e naturali. Una vera e propria penisola lambita da tre laghi, formati dal fiume Mincio. Sono tanti i motivi per visitare questo piccolo gioiello lombardo.

Se non ci credete eccone alcuni: Mantova è la città della Quattro Stagioni di Vivaldi. Ebbene si, qui scrisse l’opera avvolto e ispirato dai paesaggi mantovani. E’ la romantica città in cui l’innamorato Romeo di Shakespeare trascorse il suo esilio e acquistò il veleno. Mantova è la scenografia paesaggistica e naturale del famoso “Rigoletto” di Verdi. il suo Palazzo Ducale è uno degli edifici nobiliari più grandi d’Europa. Come non ricordare poi che in un piccolo borgo mantovano nacque il grande poeta Virgilio, scelto da Dante per accompagnarlo nel suo viaggio tra i gironi della Divina Commedia. Fino al riconoscimento di Mantova e Sabbioneta patrimoni mondiali dell’Unesco.

DA VEDERE

PANORAMICA DELLA CITTA’

Lo si vede bene da una veduta aerea o arrivando a Mantova da nord o da est, come tutta la città si specchi nell’acqua, grazie alla sua forma di penisola protesa sulla riva destra del fiume Mincio, che forma i tre laghi: Superiore, di Mezzo e inferiore. Adagiata sulla parte del Superiore si può ammirare la bellissima isola-aiuola galleggiante, che ospita una distesa di fiori di loto (che esplodono in estate) e le è valsa l’appellativo di Città del Loto”. E poi le varie specie autoctone visibili sugli altri laghi, come il ranuncolo d’acqua e le ninfee bianche. Fino agli splendidi salici piangenti e canne plaustri sulle rive. Sembra incredibile ma anche gli aironi rossi e le gallinelle d’acqua abitano le rive della città dei Gonzaga.

CENTRO STORICO

 

CASTELLO DI SAN GIORGIO E LA CAMERA DEGLI SPOSI

Dalla superficie lacustre si giunge sulla terraferma attraverso un viaggio indietro nel tempo sul Ponte di San Giorgio fino al castello di San Giorgio, uno dei monumenti più rappresentativi della città, esempio della signoria dei Gonzaga e parte integrante del Palazzo Ducale. Costruito tra fine ‘300 e inizio ‘400 il castello custodisce all’interno, nel torrione nord-est, la celebre “Camera degli Sposi” (chiamata inizialmente camera picta), il grande capolavoro affrescato di Andrea Mantegna del 1474, celebrazione della dinastia dei Gonzaga. Qui, sulla parete e sul soffitto l’artista ha dato vita ai componenti della famiglia e della corte del marchese Ludovico II. L’oculo al centro del soffitto che apre uno scorcio sul cielo, con il suo azzurro senza paragoni e il gruppo di festosi putti alati che saluta, è il primo esempio di  dipinto ad utilizzare la prospettiva verticale e pioniere della “virtualità”.

Utile da sapere. La Camera e il Castello sono stati danneggiati dal terremoto del 2012 che ha colpito l’Emilia-Romagna. In seguito al danneggiamento e a lavori di restauro, il capolavoro del Mantegna è stato riaperto al pubblico ad aprile 2015. L’accesso alla Camera degli Sposi è contingentato a un numero massimo di 1.500 ingressi al giorno ed è consentito a gruppi costituiti da 25 persone, la permanenza all’interno della Camera è di 5 minuti.

PALAZZO DUCALE

Un tripudio di edifici, palazzi, giardini, cortili, teatri, gallerie a chiese, che si estendono su una superficie di 34 mila metri quadri. Dal Palazzo del Capitano alla Magna Domus, dall’appartamento dell’imperatrice alla Galleria nuova, fino al Cortile di Santa Croce e al Giardino Pensile. E poi ancora la Basilica di Santa Barbara, il sopra citato Castello di San Giorgio con l’affresco “Camera degli Sposi”, il Duomo, il Museo Archeologico e Piazza Castello. Tutto questo è racchiuso nel complesso di Palazzo Ducale, noto anche come Reggia dei Gonzaga. Residenza dei signori di Mantova, prima i Bonacolsi e successivamente i Gonzaga, che governarono la città per oltre 400 anni. Fu il duca Guglielmo ad incaricare il prefetto Giovan Battista Bertani di collegare i vari edifici secondo una forma organica, così da creare, a metà ‘500, un unico grandioso complesso monumentale e architettonico, uno dei più vasti d’Europa. Al pian terreno della Corte Vecchia della reggia si trasferì Isabella d’Este (una volta lasciato il Castello) e le sue stanze contenevano dipinti, conservati al Louvre, commissionati al Mantegna al Perugino e a Lorenzo Costa il Vecchio. Annunciato pochi giorni fa dal ministro Franceschini, il piano straordinario per la cultura da 1 miliardo di euro prevede ben 12 milioni per il restauro di questo meraviglioso complesso.

PALAZZO TE

Tranquillità, svago e onesto ozio del principe. Con questi intenti nacque il l’edificio capolavoro dell’architetto e Pittore Giulio Romano, su modello di alcuni edifici realizzati a Roma da Raffaello e dal Bramante, commissionato da Federico II Gonzaga in onore dell’amante Isabella Boschetti, che prende il nome da una delle isole presenti nel canale di Mantova, il Rio, Isola di Tejeto, abbreviata in Te. Costruito per essere la dimora del piacere, come si nota dalle bellissime sale interne create dai grandi maestri della pittura. Opere di Tiziano, Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica. E poi gli affreschi come la famosa Camera dei Giganti di Romano, il meraviglioso ambiente affrescato dal Romano che qui sperimenta un’originale modalità pittorica: un ambiente concepito come un unico insieme spaziale continuo che catapulta il pubblico nella realtà del mito, quello della Caduta di Giganti tratta dalle “Metamorfosi di Ovidio”, con i Titani scagliati da Giove a suon di fulmini e furie, durante il loro tentativo di conquistare il Monte Olimpo. E poi ancora la Sala dei Cavalli, con affreschi delle scuderie dei Gonzaga e quella di Amore e Psiche, sfarzosa, decorata sulle pareti e nella volta con scene della vicenda mitologica. Il Palazzo è oggi sede del Museo Civico di Mantova e ospita importanti mostre.

CASA DEL MANTEGNA

Fu lui il pittore ufficiale di Gonzaga dal 1459, Andrea Mantegna. E dal 1476 iniziò a costruire la sua casa a Mantova, curandone il progetto che durò vent’anni. Il risultato fu un edificio con cortile circolare, sobrio ed elegante e una pianta inedita di un tondo inserito in un quadrato, che sembra rimandare alla teoria della quadratura del cerchio. Le stanze si sviluppano attorno e sono adibite oggi a spazi espositivi.

ROTONDA DI SAN LORENZO

Si entra qui nel circuito delle chiese di Mantova. E soprattutto nell’eredità medievale, quando nel X secolo la città diviene feudo dei Canossa e attorno all’attuale Piazza Sordello si erge la Cittadella, un piccolo insediamento fortificato. Simbolo per eccellenza dell’età Canossiana è appunto la Rotonda di San Lorenzo, in Piazza delle Erbe, voluta dalla contessa Matilde di Canossa e costruita sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Un meraviglioso edificio in mattoni a pianta circolare dedicato a San Lorenzo, martire romano del III secolo. In alto sovrasta il matroneo e la navata comprende 8 colonne e l’abside. In principio completamente affrescata, a noi sono giunti solo alcuni frammenti, come l’immagine di San Lorenzo sulla graticola, risalente al XV secolo. Splendido gioiello che a metà ‘500 perse la sua funzione religiosa per volere di Guglielmo Gonzaga e per diversi secoli fu adibita a negozi, abitazioni e locande, fino al 1906 quando se ne comprese il valore e fu ristrutturata e riaperta al culto.

Utile da sapere: dal 6 giugno partirà l’ultima tappa dei lavori di restauro della Rotonda, con un progetto di ristrutturazione della pavimentazione del Sagrato, in seguito a danni subiti con la gelata del 2007.

DUOMO

Chiamato anche Cattedrale di San Pietro, si trova in Piazza Sordello ed è il principale luogo di culto della città di Mantova, nonché uno tra gli edifici più antichi. La chiesa è di origine paleocristiana ma fu poi ricostruita in epoca medievale (si pensa sotto Matilde da Canossa) e ampliato con Francesco Gonzaga agli inizi dei XV secolo. Anche qui Giulio Romano non mancò di lasciare la sua impronta, restaurando il Duomo nel 1545. Tracce di diversi stili architettonici cingono l’esterno: dal campanile romanico alla facciata tardo-barocca, fino alla fiancata destra gotica in cotto rosso. Mentre all’interno cinque navate sono separate da colonne corinzie e l’intero impianto, come si vede oggi, è opera del Romano.

CURIOSITA‘: il Duomo è dedicato a un Santo che non è il patrono della città (quello vero è Sant’Anselmo da Lucca, il cui corpo è custodito all’interno ed esposto ai cittadini ogni 18 marzo).

BASILICA DI SANT’ANDREA E IL SANGUE DI CRISTO

Soffermandosi nella splendida Piazza delle Erbe, oltre alla Rotonda di San Lorenzo, si può ammirare la Basilica di Sant’Andrea, la grande opera voluta da Ludovico II Gonzaga su progetto di Leon Battista Alberti. Capolavoro di natura rinascimentale, Ludovico ne decise l’edificazione per sostituire la precedente chiesa benedettina, divenuta ormai insufficiente ad accogliere tutti i pellegrini in visita per venerare il grande mistero che la chiesa accoglie al suo interno: la preziosa reliquia del Sangue di Cristo portato da Longino (il centurione reo di aver trafitto Gesù con la sua lancia e poi convertitosi). Reliquie oggi conservate sull’altare della cripta di Sant’Andrea e che vedono, ogni venerdì santo, l’ostensione del prezioso sangue e una processione lungo le strade della città.

CURIOSITA’: qui è sepolto Andrea Mantegna, nella cappella funeraria intitolata a S.Giovanni Battista, dove l’artista chiese di essere condotto a vivere la sua vita eterna, opera del Mantegna stesso con affreschi del Correggio.

Sempre in Piazza delle Erbe, permane il campanile tardo-gotico, rimanente dall’antica chiesa sulla quale venne poi costruita la basilica di Sant’Andrea; la Torre dell’Orologio; il Palazzo del Podestà, dal 1200 sede per molti anni del governo comunale di Mantova che, sul lato che si affaccia su piazza Broletto, custodisce in una nicchia la statua del poeta Virgilio. Dal 2012 il Palazzo è sotto restauro, in seguito al terremoto dell’Emilia avvenuto in quell’anno.

I DINTORNI

PARCO NATURALE DEL MINCIO

Un tripudio di natura, arte e cultura, l’area che ingloba a sé 15 comuni del mantovano e brilla per testimonianze storiche, come fortificazioni, territori di caccia, palazzi dei duchi di Mantova, e per l’inestimabile valore della sua flora e fauna. Il parco del Mincio, ricco di fiori di loto, ninfee, colonie di aironi rossi, nidi di pendolini, falchi di palude e martin pescatori. Da non perdere il complesso religioso di Santa Maria delle Grazie a Curtatone, proprio all’interno del Parco, sulla riva destra del Mincio, dove il fiume si allarga diventando il Lago Superiore, santuario costruito tra fine ‘300 e inizio ‘400 in stile gotico-lombardo fatto costruire da Francesco I Gonzaga come voto alla Madonna, negli anni della peste che falcidiava la città. E il voto popolare impera in questo luogo, con fantocci di legno, carta, stucco, cartapesta. Addirittura un coccodrillo imbalsamato appeso al soffitto della navata del santuario, ucciso secondo leggenda da un miracolo della Vergine.

VALEGGIO SUL MINCIO

Splendido paesino abbracciato dalla colline moreniche, al confine tra due regioni, la Lombardia (nella provincia di Mantova) e il Veneto (che lo pone a circa una trentina di km da Verona). Valeggio è stato edificato assieme all’altrettanto splendida frazione medievale di “Borghetto” (oggi inserito tra i ‘borghi più belli d’Italia), nei pressi di un antico guado, al crocevia tra le acque del Mincio e la parte terrestre. Meravigliose fortificazioni medievali donano magia al paesaggio valeggiano: il Castello Scaligero, una delle fortificazioni più conosciute nell’area lombardo-veneta, adagiato su una collina che domina tutta la Valle del Mincio, edificato dagli Scaligeri (signori di Verona) a partire dal XIII secolo e modificato nel tempo, senza mai inquinare la sua natura medievale. Un ponte levatoio (l’unico rimasto dei 3 originali) che collega la Rocca con il Castello e 5 Torri, delle quali la più alta domina tutto Valeggio e la vallata sottostante. Splendido da vedere anche il Ponte Visconteo, il ponte seicentesco di Valeggio, posto tra i due lati opposti della Valle del Mincio, che regala al paesaggio un insieme di fortificazioni, lasciando un velo di mistero sulla sua reale natura: Ponte, diga o cos’altro?

ABBAZIA DI POLIRONE

Da non perdere è lo straordinario complesso monastico millenario di San Benedetto Po (uno dei più grandi in territorio italiano), fondato nel 1007 tra i fiumi Po e Lirone, affidato ai monaci benedettini , in seguito rielaborato da Giulio Romano e poi soppresso in età napoleonica. La sua pianta è irregolare perché molti spazi sono stati aggiunti nei secoli. In mezzo ai due chiostri dei Secolari e di S. Simeone è posta la chiesa dei SS Benedetto e Simeone con la sacrestia e la chiesetta di Santa Maria. Ci sono poi un terzo chiostro, l’oratorio, il refettorio dell’Abbazia, la Biblioteca del Monastero, l’infermeria nuova e il Museo Polironiano di cultura materiale.

SABBIONETA

Chi ha in mente l’ossessione per la ricerca della città ideale nel rinascimento può perdersi nello splendore di Sabbioneta, la “Piccola Atene”, fondata da Vespasiano Gonzaga nel 1554, che rifondò il borgo dotandolo di un’accademia, una biblioteca, un museo, un teatro, una tipografia. Uno dei massimi esempi di stile architettonico rinascimentale lombardo, al centro della Pianura Padana, è oggi insieme a Mantova, Patrimonio mondiale Unesco. Chiusa dalla possente cortina muraria difensiva, si accede alla città attraverso porte monumentali . Da non perdere a Sabbioneta: Palazzo Ducale, Palazzo Giardino e il Teatro all’Antica, che conservano soffitti intagliati in pregiato legno e affreschi. Nonché la Galleria degli Antichi, la terza in Italia per lunghezza, dopo quella delle carte geografiche in Vaticano e quella degli Uffizi a Firenze. È situata su un porticato di 96 metri, che ospitava le raccolte antiche del signore di Sabbioneta, Vespasiano Gonzaga. Edifici monumentali che affacciano su un impianto urbanistico reticolato a scacchiere, da cui nascono trenta isolati all’interno della città muraria.

PIETOLE

Mantua Me genit”. È questa la frase che si legge sulla tomba del grande poeta latino Virgilio a Napoli, che a Mantova, in questo piccolo Borgo, un tempo chiamato Andes, vi nacque. Antico villaggio sulla destra del Mincio, oggi è un piccolo centro della provincia di Mantova (frazione del comune di Virgilio) e dista poco più di un km dall’antica Pietole distrutta nel XIII secolo e ricostruita nel XIX secolo. Nel 1884 fu inaugurato qui il monumento al poeta latino con il memorabile discorso nientedimeno che del poeta Carducci. Da vedere anche il Museo Virgiliano con tre sezioni: una collezioni di reperti archeologici di età romana, una collezione di arte moderna di dipinti di Ugo Celada e la terza sezione dedicata a Virgilio. Stupenda è anche la Corte Virgiliana, una delle più belle residenze di campagna che circondano il territorio mantovano, un ampio complesso architettonico, sede di un’importante azienda agricola e straordinario esempio di corte gonzaghesca. Alla famiglia infatti appartenne fino alla loro estinzione. Sui suoi prati pascolavano gli amati cavalli. E poi le stalle, i 1000 ettari di parco, gli ampi cortili e un fabbricato seicentesco adibito ad abitazione rappresentanza, oggi sede di un agriturismo. Da qui passarono anche le truppe napoleoniche. Da non perdere anche il Forte di Pietole, opera colossale francese costruito in epoca napoleonica contemporaneamente a quelli di Belfiore e San Giorgio, per difendere sia la diga progettata sull’argine del Mincio sia la parte sud di Mantova.

MINI CROCIERA SUI LAGHI DI MANTOVA

Non si può lasciare Mantova senza aver fatto un gita in barca sulle sue affascinanti acque, che la proteggono e la rendono immutata nel tempo. Sia il Mincio che i tre laghi della città dei Gonzaga sono navigabili e diverse compagnie operano per accompagnare i turisti sulla superficie lacustre di questo meraviglioso gioiello lombardo. In barca è possibile raggiungere la famosa isola che nel periodo estivo diventa una distesa di fiori di loto, al punto da confondere i sensi. È poi ammirabile tutto il meraviglioso profilo della città, dalle rive dei laghi fino al castello di San Giorgio e ancora più avanti, fin dove l’occhio umano può spingersi, prima di entrare in città e andare alla scoperta degli stupendi edifici, palazzi, piazze, chiese e musei.

MANGIARE A MANTOVA E DINTORNI

Il mantovano è ricco di prodotti, sapori, tradizioni fortemente identificativi di un territorio con paludi e laghi, che regalano varietà di pesce tipiche della zona. E poi aree pianeggianti ricche di boschi e selvaggina e adatte alla coltivazioni. Senza contare gli influssi delle due regioni che abbracciano la provincia di Mantova: Emilia Romagna e Veneto.

Così si trovano specialità come Tortelli di Zucca, il piatto mantovano per eccellenza e tradizione della Vigilia di Natale, farciti con zucca, mostarda, amaretti e formaggio; il Risotto alla Pilota, deriva dal nome dall’addetto alla pulitura e lavorazione del riso. Mantova, ricca d’acqua, sin dal ‘550 ha dedicato le sue terre alla coltivazione del riso. Ed ecco qui il tradizionale piatto a base di riso sgranato e asciutto accompagnato a pesto di maiale (salamelle sbriciolate) e adornato con il formaggio grana.

Sulle tavole mantovane non può certo mancare il pesce di lago, grazie ai tre laghi della città, due dei quali altamente pescosi (il Di Mezzo e l’Inferiore), che regalano siluri, carpe e i voraci lucci. È proprio il luccio a finire sulle tavole con una tipica ricetta, il luccio in salsa, servito già sulla tavola del Duca di Mantova. Pesce poco pregiato, ma nutriente, viene pescato proprio nei laghetti della città.

Altra specialità tipica della provincia di Mantova è la produzione dei due formaggi italiani più famosi al mondo: il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. L’unica provincia a produrli entrambi, con i territori a Nord del Po specializzati nella produzione di Grana, come Marmirolo, dove è presente la Latteria Agricola, mentre quelli a sud dedicati al Parmigiano. Di origine benedettina (nato nel 1135 nell’Abbazia di Chiaravalle, a sud di Milano) e prodotto anche dai monaci dell’Abbazia di Polirone, a San Benedetto Po, il grana è utilizzato sia come ripieno di molti piatti che per la finitura.

Non c’è pasto che termini senza il dolce. E qui nella terra dei Gonzaga, dolce è sinonimo di Sbrisolona, la tipica torta mantovana dura, che trae il suo nome dalle briciole di diversa dimensione che si formano spezzandola. I mantovani amano servirla con la grappa o accompagnata dallo zabaione.

LA RICETTA

TORTELLI DI ZUCCA

Tortelli di Zucca

Tortelli di Zucca

I tortelli di zucca, sono il piatto mantovano per eccellenza, non c’è tavola mantovana che alla Vigilia di Natale non venga adornata con questo leggero e gustoso piatto. Caratteristica fondamentale: la dolcezza della zucca si fonde con il piccante della mostarda mantovana.

Ingredienti: 1,5 Kg di zucca, 1,5 etti di amaretti, mostarda mantovana, noce moscata, grana padano grattugiato, sfoglia tirata.

Procedimento: cuocere a vapore la zucca mantovana togliendo semi e buccia. Lavorare la polpa della zucca con forchetta fino a ottenerne una crema omogenea. Aggiungere gli amaretti sbriciolati, un cucchiaio di mostarda, il grana, sale e a piacere pane grattugiato, fino a formare un impasto asciutto. Far riposare in luogo fresco per circa 12 ore. Con il ripieno fare delle palline di 2 centimetri di diametro da distribuire su quadrati di sfoglia di circa 10 cm, da piegare successivamente e premere sui lati per contenerne il ripieno. Cuocere i tortelli ottenuti in acqua salata, distribuirli in una zuppiera, condendoli con abbondante burro alla salvia, oppure pomodoro e formaggio grana.

EVENTI DA NON PERDERE

Festivaletteratura: il celebre evento autunnale, tutto focalizzato sulla letteratura e ospitato dal ’97 nello scenario delle meraviglie artistico-architettoniche di Mantova e che ogni anno attira migliaia di visitatori, letterati e appassionati che riempono Mantova di incontri e letture.

Festival Internazionale di Poesia Virgilio: giunto quest’anno alla sua seconda edizione e appena concluso (maggio) nella città dei Gonzaga. vede la partecipazione dei più grandi autori internazionali che approdano a Mantova sia per l’evento che per il Premio nazionale di Poesia Terra di Virgilio.

Mantova Arte&Musica: grande rassegna estiva di concerti e arte, nata in occasione dei Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 e ambienetata in due piazze della città: Piazza Castello e Piazza Sordello. Vedrà suonare quest’anno Nicolò Fabi, Franco Battiato, Goran Bregovic, Ezio Bosso, Stadio, Elio e le Storie Tese e Les Tambours du Bronx.

DOVE MANGIARE

Trattoria L’Ochina Bianca

Osteria Ochina Bianca

Trattoria Due Cavallini

Trattoria Due Cavallini

Antica Osteria Ai Ranari

Osteria ai Ranari

DOVE DORMIRE

Hotel Casa Poli ****

Hotel Casa Poli, mantova

 

 

 

 

 

Corte Virgiliana a Pietole

Casa San Domenico Suite in Affitto

San Domenico

 

 

 

 

 

 

Fonti: Turismo Mantova, Mantova capitale Italiana della cultura 2016, Parco del Mincio, provincia di Mantova, Skira Guida Mantova

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