Manuka Honey, in Nuova Zelanda è nata la corsa al “nuovo oro”

 

L’ape trae il miele dal fiore senza sciuparlo, lasciandolo intatto e fresco come l’ha trovato. La vera devozione fa ancora meglio, perchè non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
San Francesco di Sales 

E’ una “nuova corsa all’oro” quella che sta accadendo in Nuova Zelanda. A causarla il celebre miele neozelandese -il Manuka– , prezioso prodotto antinfiammatorio e antibatterico.

Il paese registra questo problema già da parecchi anni, ma il Governo non è riuscito ad avanzare soluzioni tangibili. Parecchi soldi sono stati investiti per potenziare i sistemi di sicurezza degli impianti produttivi, ma sembrano non essere sufficienti a bloccare quella che molti hanno definito una vera e propria mafia del miele.

In effetti il miele neozelandese non è un semplice prodotto che trovate negli scaffali dei supermercati. Il miele di Manuka  è ricavato dall’omonimo albero e cresce allo stato brado solamente in Australia e Nuova Zelanda. A produrlo solo le comuni api europee –l’Apis Mellifera- introdotte nei due paesi poco tempo fa.

Il sapore di questo miele è particolarmente forte. Con il suo colore marrone scuro, si distingue dagli stessi mieli concorrenti per il suo retrogusto “terroso, oleoso, erbaceo, aromatico e minerale”, come lo hanno definito gli esperti del settore.

Nel miele di Manuka è presente un enzime assai prezioso , il “glucosio ossidasi”, che una volta assunto dall’organismo si trasforma in acqua ossigenata fornendo un’elevata azione antimicrobica. Tra le proprietà più benefiche il Manuka: 

  • Favorisce la cicatrizzazione
  • Combatte la contaminazione batterica
  • E’ un ottimo integratore alimentare in gaso di gastrite 
  • Inibisce la crescita delle cellule tumorali 
  • Combatte le infezioni del tratto orofaringeo 
  • Agisce contro molti ceppi di microorganismi 

Perché il miele prodotto dalla filiera possa essere etichettato come miele di Manuka occorre che contenga una percentuale minima di polline pari al 70%.

Tutti questi aspetti motivano il prezzo piuttosto elevato del prodotto. Un barattolo da un chilo costa infatti 100 euro, circa sette volte di più di un normale miele da supermercato.

La Nuova Zelanda ne produce in quantità impressionanti , circa 1700 tonnellate ogni anno. Il paese esporta questo prodotto in molti paesi del mondo –Cina e Giappone i principali acquirenti- generando un giro d’affari che ammonta più o meno intorno ai 220 milioni di dollari. Solamente nel 2016 le esportazioni del miele di Manuka sono aumentate del 35%, generando una triplicazione del prezzo di vendita.

“Si fanno soldi facili comprando e vendendo miele” ha detto Bruce Robertson, un apicoltore di Wellington alla Repubblica del 16 marzo.  Il miele di Manuka è diventato virale quando a pubblicizzare le proprietà benefiche sono state le sorelle Kardashian e il tennista Novak Djokovic.

Forse è anche per questo che i furti negli ultimi anni sono aumentati, paventando addirittura l’esistenza di un’ organizzazione criminale dietro al sistematico fenomeno dei furti. “Siamo convinti che l’aumento di ruberie di questo tipo sia opera di gruppi organizzati” ha detto Alasdair MacMillan, il commissario investito del compito di effettuare le indagini.

Info: Manukahealth.co.nz

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