Vini d’Italia: tra qualità e storia

Si è da poco conclusa la vendemmia 2017 tra le più scarse del dopoguerra secondo un recente rapporto di Coldiretti, a causa della siccità che ha colpito la nostra Penisola questa estate. Sebbene rispetto allo scorso anno si sia registrata una riduzione del 26% della produzione, la qualità del vino italiano quest’anno si prospetta molto alta.

Dopo tre mesi di raccolta delle uve in tutta Italia , si stima che circa 40 milioni di ettolitri di  produzione Made in Italy sia stata destinata per oltre il 40 % ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.

 

La tradizione vinicola italiana è tra le più antiche al mondo; da Nord a Sud è possibile sorseggiare non solo ottimi vini, ma anche molto antichi. Recentemente nella frazione Faris di Saint Denis in Val D’Aosta è stata scoperta una pianta di vite di oltre 300 anni. Si tratta di una varietà di Petit Rouge, sopravvissuta all’epidemia di filossera di fine Ottocento, da cui saranno ricavate 300 bottiglie di Petit Rouge.

Varietà Petit Rouge

Sono tante le viti storiche italiane a partire dalla altoadesina Versoaln, una pianta di ben 350 anni con un tronco di 32 cm di diametro in grado di ricoprire con le fronde 300 metri quadrati di pergolato, la Fiano di Lapi che cresce in Irpinia, invece, di anni ne ha oltre 200 ed appartiene a una varietà nota ai romani come “apiana”, perché attirava le api.

La Marentino, la vite più antica del Piemonte, ha un’età compresa tra i 150 e i 200 anni e matura a luglio mentre vigneto di uva Pecorino Accumoli ha più di 100 anni ed è riuscito a sopravvivere al terribile terremoto dello scorso anno.

Antica è anche la Tintilia del Molise, probabilmente introdotta nella seconda metà del Settecento dai Borbone, era l’uva più usata in Molise nell’ottocento. Abbandonate nel dopoguerra le vigne di Tintilia che ne ha quasi decretato la scomparsa, negli ultimi anni si è assistito a un processo recupero e tutela del vitigno. Risalente all’epoca etrusca è invece la vite Giacchè, attualmente ripiantata nel territorio di Cerveteri nel Lazio da cui si produce un vino divenuto IGP.

 

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