Bellotto e Canaletto, luce veneziana e vedutismo. Zio e nipote dialogano in mostra

 

Quanto a Canaletto, la sua specialità è di dipingere le vedute di Venezia; in questo genere supera tutto ciò che è mai esistito. La sua maniera è luminosa, gaia, viva, trasparente e mirabilmente minuziosa. Gli inglesi hanno a tal punto viziato questo artista, offrendogli per i suoi quadri tre volte di più di quanto ne chieda egli stesso, che non è più possibile comprar nulla da lui. (Charles de Brosses)

Uno zio e un nipote dialogano attraverso magistrali opere. Il vedutismo veneziano fa da cornice e modera il tavolo di discussione. Sono Antonio Canal detto il ‘Canaletto’e Bernardo Bellotto. Ne viene fuori un’ode alla luce veneziana attraverso la mostraBellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce”, allestita a Milano, nelle sale delle Gallerie d’Italia fino al prossimo 5 marzo.

Genio pittorico e intelligenza creativa oltremisura hanno permeato l’intera vita dei due artisti, esponenti di spicco del Settecento, senza dubbio i migliori rappresentanti di quel vedutismo che ha fatto della suggestività della città lagunare cornice eccellente per paesaggi naturali e cittadini, le cosiddette ‘vedute’.

Cento opere pronte ad abbagliare il pubblico milanese, illustrando uno degli episodi più affascinanti della pittura europea, quel genere trasformato dai due artisti veneziani in corrente d’avanguardia nella brillante epoca dell’Illuminismo, portandola ai suoi massimi livelli.

72 dipinti
14 disegni
14 incisioni

inseriti in un percorso tematico articolato in 10 sezioni. E un nickname – Canaletto – sfruttato comprensibilmente dal nipote Bellotto come slancio alla sua carriera artistica. Un rapporto non facile e analizzato oggi in queste sale, con la mostra organizzata da Intesa San Paolo con la collaborazione di grandi musei pubblici – tra cui Pinacoteca di Brera, Museo di Capodimonte, The Royal Collection, The Metropolitan Museum of Modern Art di New York, l’Hermitage e il Thyssen Bornemisza di Madrid.

Obiettivo dichiarato mettere a confronto gli interessi più importanti di Bellotto e quelli di suo zio. Un’imperdibile occasione per ammirare opere mai esposte in Italia e sparse in diverse collezioni distribuite su ben tre continenti. Oggi sono tutte qui nella cornice lombarda, che cerca di mettere un punto alle vicende attributive che tanto hanno appassionato studiosi e critici d’arte:

‘Il molo verso ovest con la colonna di San Teodoro’, acquistato a Londra lo scorso 15 ottobre da un collezionista spagnolo, è messo a confronto per la prima volta con l’omonima opera di Canaletto proveniente dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Altro capolavoro recentemente ri-attribuito a Bellotto è ‘ll Canal Grande verso est dal Palazzo Loredan Cini nel Campo San Vio’, acquistato tantissimi anni fa come Canaletto dall’allora proprietario.

Tra le opere mai esposte in Italia poi:

la prima delle tre versioni della ‘Fantasia architettonica con autoritratto’ di Bellotto, venduto pochi mesi fa e due incisioni di Canaletto entrambe provenienti dall’Istituto Centrale per la Grafica: ‘Il carro che passa sul ponte’, un raro primo stato di cui si conosce solo quello conservato nelle collezioni reali britanniche, e ‘Il portico con la lanterna’ del quale sono noti solo altri tre esemplari.

Capolavori che portano Bellotto e Canaletto oltre quella fama che in passato li voleva precursori della fotografia. L’allestimento, curato da Bożena Anna Kowalczyk, punta il faro ancora più lontano, evidenziando affinità dei due pittori con la cinematografia:

l’uso combinato di schizzi a mano e disegni preparatori, tracciati utilizzando la camera oscura, anticipano lo sviluppo del fotogramma.

E se Canaletto riesce ad imporsi sul palcoscenico europeo grazie a procedimenti espositivi razionalisti di matrice illuminista e a moderne ricerche sull’ottica, il nipote Bellotto, parte da questi aspetti per sviluppare uno stile tutto suo, personale e arricchito, senza scimmiottare le orme dello zio, ma ancorandole a una luce e una tecnica del tutto nuove, più incisive. Le ombre si fanno più profonde, la luce più argentata, e una maggiore attenzione viene posta al dettaglio e al quotidiano.

Il risultato è per entrambi strepitoso, tanto che la classe colta e dirigente del periodo – votata ai valori dell’illuminismo – fa a gara per commissionare dipinti ai due maestri veneziani, in un viaggio che parte da Venezia e tocca Roma, Firenze, Verona, Torino, Vaprio e Gazzada, dove Bellotto si lancia nelle ‘vedute’, generando paesaggi moderni e stupefacenti, per ripartire poi alla volta della colta Europa, con i ritratti di Londra, Dresda e Varsavia.

Bellotto animo burrascoso, fervente seguace di quell’illuminismo estremo che sfocia poi nella rivoluzione francese, dotato di un piglio tutto suo, sempre forte dell’insegnamento di Canaletto. Bellotto che fa furore a Milano, città europea per eccellenza in pieno contesto illuminista. Milano che lo accoglie e lo osanna fino a dipingerlo come ‘il più europeo tra i vedutisti’ e in un solo anno di permanenza gli commissiona una decina di importanti dipinti, tra cui alcuni dei suoi massimi capolavori.

Un particolare storico di non poca importanza rispetto alle opere esposte arricchisce il percorso espositivo: lo studio sul’inventario della Biblioteca di Bellotto a Dresda, che nel 1760 fu completamente distrutta da un bombardamento prussiano.

Il documento originale con l’inventario e 28 libri nelle stesse edizioni di quelle appartenute al pittore sono esposte al pubblico e rendono conto di una parte della sua straordinaria biblioteca privata, con oltre mille titoli di tutti i generi: dai classici come Plauto, Cesare, Orazio, Cicerone, ai moderni come Petrarca, Dante, Ariosto, Boccaccio, Machiavelli. E poi la filosofia, con Agrippa di Nettesheim, Erasmo, Montaigne, Tesauro, Hume, Newton, Berkeley, Montesquieu, fino a giungere a quelle sorprendentemente anticlericali di Gregorio Leti e Paolo Sarpi. Che cosa straordinaria per un giovane di soli 36 anni!

“Realizzando mostre come quella su Bellotto e Canaletto presentata alle Gallerie di Piazza Scala, intendiamo offrire non una mera visione di opere ma l’occasione di riscoprire la storia e l’arte italiana” ha commentato Gian MariaGros-Pietro, presidente di Intesa San Paolo . “Presso le Gallerie d’Italia proseguiremo nella programmazione di iniziative che rappresentino importanti momenti di conoscenza del patrimonio, anche storico, del Paese nella convinzione che la cultura sia imprescindibile fattore di crescita, innovazione e benessere collettivo”.

 

Credits: ufficio stampa Intesa Sanpaolo

 

Info utili:

Date e luogo
25 novembre 2016 – 5 marzo 2017
Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6, Milano

Apertura
Martedì – domenica 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
Giovedì 9.30-22.30 (ultimo ingresso ore 21.30)
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie
8 e 26 dicembre 2016, 1 gennaio 2017 (apertura gratuita 14.30-19.30, ultimo ingresso alle ore 18.30),
6 gennaio 2017

Chiusure
7 dicembre chiusura anticipata alle 14.30 (ultimo ingresso ore 13.30)
24, 25 e 31 dicembre 2016

Biglietto
Biglietto: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridottissimo 5 euro
Gratuito per le scuole, minori di 18 anni e la prima domenica del mese

Informazioni
Numero verde 800.167619; info@gallerieditalia.com; www.gallerieditalia.com

 

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