Ancora più problemi derivati dall’innalzamento dei mari

Innalzamento dei mari

L‘aumento del livello del mare può avere altre conseguenze e danneggiare di più gli ecosistemi. Potrebbero aumentare i parassiti in grado di attaccare numerose specie. 

L‘innalzamento dei mari potrebbe provocare un aumento di parassiti infestanti secondo lo studio realizzato dagli esperti dell’Università di Bologna, pubblicato su Scientific Reports.

Analizzando fossili di conchiglie, sono stati trovati parassiti in grado di attaccare molluschi, pesci, uccelli e mammiferi.

I ricercatori sono preoccupati da tempo per la possibile diffusione di parassiti marini a seguito dell’innalzamento degli oceani. Il fenomeno potrebbe alterare in modo significativo l’equilibro degli ecosistemi.

Purtroppo gli studi realizzati fino ad oggi su questo tema sono limitati a periodi molto brevi, principalmente perché i primi effetti del riscaldamento globale hanno iniziato a mostrarsi solo negli ultimi anni. Occorre osservare il fenomeno rispetto ad un arco di tempo più lungo per farsi un’idea sulle possibili dinamiche legate alla diffusione su grande scala di questi parassiti.

I ricercatori hanno individuato la possibile causa al problema grazie ai fossili. 

Daniele Scarponi, ricercatore che ha guidato lo studio, spiega:

Il record fossile è un archivio delle relazioni parassita/ospite, che può fornire indicazioni sulla risposta delle comunità parassitarie nell’ottica dei futuri mutamenti climatici.”

In particolare, la ricerca si è concentrata sull’analisi della distribuzione di alcuni parassiti all’interno di fossili di conchiglie ritrovati nella fascia costiera a sud del Po, in una successione sedimentaria olocenica depositatasi negli ultimi 10.000 anni. Hanno analizzato le tracce fossili lasciate dai parassiti allo stadio larvale sulla superficie interna dei gusci degli antichi molluschi.

I ricercatori hanno osservato che l’aumento del livello del mare si corrisponde con un significativo aumento della presenza di parassiti. Essi, in una prima fase, infestano esseri invertebrati. Poi trovano l’ospite definitivo tra i pesci, gli uccelli ed i mammiferi.

La ricerca è il risultato di uno studio internazionale condotto da Daniele Scarponi insieme al dottorando Michele Azzarone (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna).

Completano il team Michał Kowalewski, curatore della sezione di paleontologia degli invertebrati presso il Museo di Storia Naturale della Florida (Università della Florida, Gainesville), e John Warren Huntley, ricercatore dell’Università del Missouri.

 

Info:  

www.nature.com

www.agenziadatastampa.com

 

Potrebbe interessarti:

 Dati preoccupanti nel primo rapporto annuale europeo sullo Stato degli oceani

 Isole da non perdere: ecco i 15 paradisi da vedere prima che spariscano

Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.