Non solo vitalità biologica, nei fondali della Sardegna potrai fare snorkeling scoprendo la sua storia scritta dalle maree che durante le ere geologiche hanno lambito, scoperto e di nuovo sommerso la costa. Le rocce e i monoliti, i canyon e i grottini, un tempo modellati da pioggia e vento, ora sono sommersi dal mare.
Stessa sorte è toccata alle beach rock, i lastricati di spiagge fossili, si trovano anche a bassa profondità e si possono sorvolare con la maschera. Anche loro sono state fuori e dentro il mare imprigionando, nel loro via vai, i segni della vita marina e terrestre. Ora appaiono come antiche strade romane dove si rincorrono i pesci mediterranei.
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Snorkeling nell’oasi di Seu per scoprire un relitto
Seducente come si conviene a un relitto, lui è un rimorchiatore affondato a fine XX secolo a cento metri dalla spiaggia. Si raggiunge a nuoto. Uno dopo l’altro vedrai i pezzi, i più profondi a tre metri, poi la poppa che affiora dall’acqua, qui staziona il marangone dal ciuffo, metà uccello, metà pesce. La visita non finisce sotto il livello del mare, sulle rocce ci sono caldaia, motore, timone ed elica, i resti della cabina sono ancora sulla spiaggia.
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Snorkeling a Sciola, arte a pelo d’acqua
Lo scultore delle pietre parlanti affida la sua ‘Madonna del naufrago’ al mare, toccando l’anima dei visitatori. I sub vanno a trovarla nel basso fondale di fronte al faro dell’isola dei Cavoli, è un tuffo che sa quasi di mistico. Prendi parte alla festa in suo onore nel terzo week end di luglio: processioni di barche, preghiere e canti, sirene a feste e corone di fiori in mare.
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Snorkeling a Simius, Sardegna
Ancora lei, c’è poco da fare quando si tratta di snorkeling, Villasimius la fa da padrone. Stavolta il motivo è una tribù di pesci tropicali arrivati qui chissà come. Hanno ‘messo su casa’ nella secca davanti alla spiaggia di Simius, si sono ambientati e non vanno più via, acqua calda e trasparente e tanti amici che arrivano in canoa, surf, paddle e kayak per nuotare e giocare tutti insieme.
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Dall’Isola agli isolotti, con il palloncino
Da Capo Figari a Capo Coda Cavallo, anfratti che danno tana a molluschi e cetacei, pareti colorate dalle gorgonie, beach rock ricoperte di alghe e fiori multicolori dove brucano i grossi pesci, poi i pinnacoli affioranti e gli isolotti dove fare snorkeling. In Gallura non è il fratello minore del diving, qui maschera e pinne se la giocano ad armi pari con bombole e gav.
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Spargiotello e Mortoriotto
“Foreste, campagne e coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”, che non termina sulla terra. Per arrivarci servono maschere e pinne e due isolotti come Spargiotello e Mortoriotto. Un tuffo lungo le loro calate e un desiderio prende corpo, la prossima volta si scenderà oltre i cinque metri. Basta un corso di diving open water.
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